Ormai la storia di Pinocchio la conosciamo tutti, la favola di Carlo Collodi è entrata a far parte del patrimonio culturale italiano e forse non è un caso che proprio una produzione internazionale come la Disney non sia riuscita a comprendere in tutto e per tutto il suo significato. Ci pensano Enzo D'Alò (La Gabbianella e il Gatto, La Freccia Azzurra) e Lorenzo Mattotti (Eros, Peurs du noir) a tornare alle origini di Pinocchio e, allo steso tempo, a rivoluzionare ogni sua trasposizione cinematografica, dando vita ad un prodotto dalla qualità eccellente. Le musiche di Lucio Dalla, in uno dei suoi ultimi lavori prima della scomparsa, e le preziose voci di Rocco Papaleo, Paolo Ruffini, Nada e Leda Battisti non possono che impreziosire questo progetto che nasce addirittura nel 2000. D'Alò rilegge la favola di Pinocchio cercando in questa un messaggio universale, dedicando il film non solo ai bambini ma anche, e soprattutto, "ai babbi e babbini" e al rapporto tra padre e figlio che il film, fondamentalmente, descrive. Il suo Pinocchio, illustrato dalla matita sopraffina di Mattotti, è un ragazzo disubbidiente, proprio come quello di Collodi che, però, dopo tanti errori riesce a ritrovare la strada di casa e conquistarsi la maturità, diventando un bambino vero. Nel periodo storico in cui si trova l'Italia contemporanea sono necessari autori come Enzo D'Alò, che riempiono il mondo di speranza e di quei buoni sentimenti che sembrano ormai essere dimenticati, e che il cinema - come spesso accade - dipinge in maniera più vivida del reale stesso.