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zon@ venerdi
view post Posted on 7/11/2008, 20:41 by: zon@ venerdi




Musica: Marina Rei, una "Donna che parla in fretta"
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Più matura, più consapevole, più intimista: così Marina Rei lo scorso 18 ottobre ospite della rassegna “Solo” dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, per proporre il suo ultimo lavoro live dal titolo “Donna che parla in fretta”. La cantante romana, che si è esibita anche alla batteria e percussioni - che l’hanno accompagnata fin dalla nascita, visto che è figlia del batterista dell’orchestra di Ennio Morricone - era affiancata solo da un altro musicista, Roberto Procaccini a tastiere, sintetizzatori e moog. Uno spettacolo tra poesia, letteratura e musica in cui si rispecchia appieno la personalità della Marina Rei di oggi, che rilegge anche alcuni dei suoi collaudati successi nella stessa chiave intimista del nuovo progetto.

Trentanove anni e una maturità, dicevamo, conquistata sia nella vita artistica che in quella privata. Nei primi anni Novanta inizia con la musica dance, ottenendo successi persino in Giappone; poi passa al soul con il suo primo Sanremo nel 1995, fino a “Primavera”, del 1997, il testo che le ha dato grande popolarità, scritto però quando aveva 15 anni e lontano dall’artista intensa e raffinata che si presenta ai nostri occhi.

“Donna che parla in fretta”, il nuovo progetto della Rei, al secolo Marina Restuccia, parte dalla selezione e traduzione dei versi tratti dal poema “Woman who speaks fast” di Anne Waldman ai quali la cantante ha aggiunto due versi da lei composti dedicati al tema dell'infibulazione, un fronte che la vede impegnata già da lungo tempo, con il sostegno alla campagna “No Peace Without Justice”. La Waldman, poetessa americana simbolo della Beat generation, tra i fondatori della Jack Kerouac School of Disembodied Poetics, nella sua opera descrive l’universo femminile nel suo complesso, ritraendolo in ogni sfumatura. Lo stile è crudo, forte e tuttora attuale e controcorrente. Nella sua “Donna che parla veloce”, emerge un ritratto femminile multi sfaccettato: dalla sofferenza alla dolcezza, dalla debolezza alla forza d’animo, nella quotidianità e nell’eroismo, nella famiglia e nella società.

Allo stesso modo, in ognuna delle nuove canzoni della Rei, c’è un diverso ritratto femminile come spiega lei stessa, mentre è impegnata con le prove del concerto romano, con un occhio alla batteria e uno al figlio Nico che la segue attento.

Come nasce il tuo desiderio dell’affermazione del mondo femminile?
Qualche anno fa mi hanno regalato un libro di poesie dove c’erano anche dei versi della Waldman, e mi sono sempre rimasti in testa. Mi piace il suo modo di scrivere, le parole che usa hanno una notevole ritmicità e così mi sono ispirata per farle diventare canzone. È una canto a vari tipi di donna, che ne ricostruisce varie individualità a 360 gradi.

Cosa ti piace, cosa ti assomiglia, della sua poetica?
La poesia in questione è lunga ben settanta pagine e non potevo includere tutti i versi, anche perché per trasformarli in canzone occorrevano dei ritornelli. Ho scelto quindi quelli che un po’ mi rappresentavano meglio. Ma anche quelli dove ho riscontrato caratteristiche molto attuali, come quando si parla della donna che si nasconde e della donna con il passaporto, che richiamano al tema dell’immigrazione.

Da diverso tempo hai appoggiato la campagna di sensibilizzazione contro l’infibulazione e la riporti anche in musica.
Una donna non può non sostenere una simile causa. È una cosa naturale contro qualcosa di innaturale, che distrugge la femminilità e l’amor proprio. Penso che anche solo parlarne sia importante, per sollevare l’attenzione su una situazione ancora molto drammatica in alcuni Paesi.
 
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63 replies since 23/8/2005, 13:39   918 views
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