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zon@ venerdi
view post Posted on 5/12/2008, 11:05 by: zon@ venerdi




Marina Rei: «ho il ritmo nel sangue». Nuovo album a gennaio e forse Sanremo

Sono tante le sfumature musicali di Marina Rei: oltre al lato più conosciuto dal pubblico, che poi è quello pop, la cantante romana non ha mai disdegnato sconfinare in altri generi, dagli esordi a ritmi di dance nei primi anni Novanta fino alle delicate atmosfere acustiche del tour 2007, racchiuse nella raccolta live Al di là di questi anni.

Lo spettacolo che sabato 29 novembre 2008 va in scena a Savona è ancora un'altra storia. «Si tratta di un progetto sperimentale con il tastierista Roberto Procaccini» mi spiega Marina: «sul palco siamo in due, lui alla tastiera, io alla batteria e alla voce, ma creiamo degli effetti che danno una sonorità chitarristica». In scaletta, tante canzoni dal repertorio di Marina: «la sfida è stata trovare la chiave per affrontare brani che all'inizio non pensavo potessero funzionare in questa nuova veste» aggiunge: «in particolare quelli originariamente composti per essere accompagnati dagli archi, per esempio La parte migliore di me».
Un'idea «coraggiosa» ma «stimolante»: così Marina definisce il progetto che porta avanti insieme a Procaccini da questa estate: «i miei "affezionati" non erano preparati ad una svolta del genere e all'inizio sono rimasti un po' sorpresi. Ora invece vedo che sono entusiasti».

Marina Rei è cresciuta in un ambiente dove la musica regnava sovrana e il suo amore per le percussioni ha origini antiche: suo padre, infatti, è uno storico batterista che vanta collaborazioni con musicisti del calibro di Morricone e De André. «Ho sempre affrontato la musica in maniera istintiva, primordiale» racconta Marina, che è cresciuta da una parte studiando pianoforte e chitarra, dall'altra riempiendosi la testa di soul e jazz. Oggi non ha dubbi: «è la parte ritmica quella più evidente in me. Il mio approccio alla batteria non è ipertecnico: è da cantante, come dire, ci tengo al suono». E quando aggiunge: «qualcuno mi ha definito una "batterista rock dall'anima soul"...», fa intendere che quel ritratto le calza a pennello.

Parallelamente al progetto con Roberto Procaccini, da qualche tempo Marina Rei ne sta portando avanti un altro altrettanto interessante, in collaborazione con Carmen Consoli: «sul palco siamo solo io e lei, ma in due facciamo un casino che sembriamo dieci, una vera band rock al femminile». Marina e Carmen, tra pochi giorni partiranno alla volta di Guadalajara, Messico. Lì il 7 dicembre parteciperanno a un concerto inserito nell'ambito della Fiera Internazionale del Libro, dove l'Italia è ospite d'onore (oltre a loro ci saranno anche scrittori come Ammaniti, Giordano e Cerami, e musicisti come Ludovico Einaudi e Daniele Silvestri). Una grande festa a cui Marina non vede l'ora di partecipare: «il dramma però sarà prendere l'aereo. Sono terrorizzata».

Poi il ritorno in Italia, por continuare la sua «normalissima vita da mamma» e apportare gli ultimi ritocchi al nuovo album. «Il disco è finalmente pronto» rivela, «ci sono voluti tre anni e mezzo per completarlo e a gennaio dovrebbe uscire il primo singolo».
E dopo gennaio c'è febbraio, che nella Liguria di Ponente è quasi sinonimo di Festival di Sanremo: «è da lì che nel 1996 è partito il mio successo di pubblico (con il brano Al di là di questi anni, terzo nella categoria giovani e vincitore del premio della critica, ndr)», ricorda. E strizza l'occhio a un'eventuale partecipazione alla prossima edizione, in programma dal 17 al 21 febbraio 2009: «certo mi piacerebbe, ma non c'è ancora nulla di deciso».

Prima di congedarmi, qualche consiglio musicale. Oggi che musica ascolta Marina Rei? «Se voglio andare sul sicuro mi butto nel passato e metto su un disco di Joni Mitchell o Janis Joplin» spiega, «mentre tra i contemporanei trovo davvero geniale PJ Harvey. E poi Jack White, e non solo come membro dei White Stripes: la sua Another way to die, insieme ad Alicia Keys per il nuovo 007, è il pezzo più figo che gira in questo periodo».
 
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