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Zon@ Venerdi
view post Posted on 16/9/2005, 23:00 by: Zon@ Venerdi




Turci a tinte forti
Esce oggi "Tra i fuochi in mezzo al cielo", album di inediti di Paola Turci che affronta temi importanti come pedofilia e morte
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Esce oggi "Tra i fuochi in mezzo al cielo", album di inediti di Paola Turci.
Testi complessi, profondi, intensi, che affrontano con delicatezza ma senza reticenze argomenti forti quali la pedofilia e la morte. Sono questi gli ingredienti del nuovo album di Paola Turci, uscito oggi per On The Road Music Factory e distribuito Edel.

Si tratta di un album di inediti interamente scritto dalla Turci e da lei prodotto insieme a Carlo U. Rossi (lo stesso di Caparezza e Bandabardò). Il disco è il frutto di un lavoro analitico fatto dalla Turci su se stessa: “Prima rimanevo sempre un po’ sospesa sulle cose e su di me, avevo paura di rivelare a me stessa determinati aspetti e ancor più temevo il rimanere “nuda” davanti agli altri. Soffrivo una sorta di vergogna atavica di me. L’introspezione mi ha aperto porte prima lasciate chiuse e mi ha anche suggerito nuove parole per descriverle. Nel disco affronto temi quali l’abbandono, la solitudine, la morte e so che questa scelta nasce innanzitutto dalla speranza di non
doverli mai più temere”.

Tra le canzoni dell´album oltre "Dimentichiamo tutto", il singolo già in airplay sui maggiori network italiani, troviamo "Fiore di giardino", che racconta di una donna che si vendica della violenza subita da bambina; il suo aguzzino è ormai un vecchio sull’“inevitabile viale della sera” e lei – che “ormai non è più la stessa” - trova il riscatto dall’abuso subìto ripagandolo con la stessa moneta. "Quasi settembre" è scritta a partire da una domanda precisa: cosa si prova nel momento del trapasso?
(“è un soffio di vento non credere”).

Vi sono infine due canzoni ispirate a fatti di cronaca recenti: "Rwanda" e "Troppo occidentale", che riprende la storia di una ragazza turca residente a Berlino, uccisa a soli 22 anni dal fratello perché “troppo occidentale”. Paola, ispirata dalla scrittrice musulmana Irshad Manji, autrice di “Quando abbiamo smesso di pensare” immagina per lei un diverso epilogo: la protagonista si ribella ai “luoghi comuni”, allo “sguardo giudicante” di chi la circonda e rivendica quasi con orgoglio la sua individualità senza negare l’appartenenza alla cultura musulmana (“Sono figlia di questa città/di una realtà senza voce”).

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174 replies since 4/9/2005, 07:45   2088 views
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