Niccolò Fabi, 7 modi di suonare la violenzaUn’opera-puzzle o, più semplicemente, sette declinazioni diverse di una stessa idea musicale. È “Violenza 124”, l’idea musicale di Niccolò Fabi che esce in questi giorni. Un progetto musicale ideato e prodotto da Fabi e realizzato con il coinvolgimento di altri sei nuclei artistici: Mokadelic, Olivia Salvadori & Sandro Mussida, Boosta, Roberto Angelini, gli Gnu Quartet e la Artale Afro Percussioni Band.
«Avendo scritto cinque dischi di canzoni negli ultimi dieci anni - spiega Fabi - ho capito che per un musicista la canzone d’autore è solo uno dei territori possibili. Fare “Violenza 124” è stato come tornare ad un concetto di musica a prescindere dal racconto di una storia personale, tornare al puro divertimento, a circondarsi di musicisti che stimo non costringendoli ad occuparsi di me. Il mio gioco è stato quello del regista perchè, avendo a che fare con materiale sonoro prodotto da altri, puoi godere di maggiore libertà mentre se hai a che fare con le tue canzoni sei portato a mettere molti più paletti. E poi mi faceva piacere far conoscere musicisti che stanno più nell’ombra ma che stimo».
Il disco esce in una formula innovativa: è un doppio cd che contiene sia l’opera unica che le 7 tracce separate (la “cellula” insieme alle 6 elaborazioni) e dal 31 ottobre è possibile scaricarlo in formato mp3 o prenotarlo nella sua versione cd sul sito
www.violenza 124.com. «Volevo provare un’ipotesi distributiva diversa -spiega Fabi- a prescindere da qualsiasi ipotesi discografica ma che avesse come obiettivo quello di instaurare un rapporto diretto con gli ascoltatori».
La scelta dei musicisti, spiega Fabi, è avvenuta gradualmente, a cominciare dagli elettrici Mokadelic, con i quali il musicista sta realizzando la colonna sonora del nuovo film di Gabriele Salvatores, mentre il tema della violenza «è una tematica che tutti i musicisti coinvolti potevano riconoscere come propria. Tra i grandi sentimenti umani la violenza è quello che musicalmente può stimolare molto gli artisti ad arrivare ad una gamma espressiva più ampia possibile. Ed è anche un modo per capire la violenza che è sia un momento di sconfitta del dialogo e di malinconia ma anche di grandissima aggressività e forza. La violenza rappresentata in questo progetto è più vicina al concetto di sopravvivenza che a quello di conquista di pozzi petroliferi».
Ora il progetto potrebbe allargarsi: «Mi piacerebbe mettere il risultato di questa opera a disposizione di scenografi, coreografi e videoartisti per installazioni oppure farne un concerto». In attesa di tornare al primo amore, la musica d’autore. «”Violenza 124”mi ha per contrasto fatto tornare una grande voglia di quei piccoli oggetti preziosi che sono le canzoni -spiega Fabi- quando ti allontani dalle cose ne senti la mancanza. Per quasi 30 anni della mia vita ho passato molto tempo a scrivere e non ho smesso di farlo ora, anzi mi sento più desideroso di scrivere canzoni. È una necessità che, per quanto mi riguarda, non è mai diventata routine».