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Lord-Of-The-Oceans
view post Posted on 18/12/2009, 17:11 by: Lord-Of-The-Oceans




da Popon.it

Susanna Parigi, pasionaria delle parole

L'arte deve essere utile. Deve pensarla così Susanna Parigi, la cantautrice fiorentina che ha appena dato alla luce il suo quarto album, in cui fonde - con un'alchimia ben riuscita - il suo innegabile talento di musicista con la capacità di confrontarsi coi temi della coscienza e dell’onestà intellettuale. Lo ha intitolato L'insulto delle parole, perché - come lei stessa ci ha raccontato nel corso di una intensa e piacevole chiacchierata - “la parola ha una potenza smisurata, a volte può fare la differenza tra vivere o morire, e oggi le parole vengono vilipese, trattate male, strumentalizzate”. Il disco è stato presentato, insolitamente, con un video pubblicato su YouTube, in cui molti personaggi celebri illustrano il valore delle parole: “Il filmato - ci racconta Susanna Parigi - era nato senza uno scopo preciso. Avevo deciso di coinvolgere alcuni amici artisti sul tema. Poi il fuoco si è allargato e ha toccato persone che ammiro molto per l'uso che fanno delle parole come Pino Arlacchi, Corrado Augias, Marco Travaglio, Lella Costa. Forse ho affrontato un argomento che sentiamo in tanti”. Di sicuro è un argomento insolito: “Quando la parola diventa menzogna, volgarità – continua la cantautrice – è un insulto. E' insulto quando viene sottratta all'informazione, alle notizie, per consentire poi che venga usata (come nel TG1) per parlare dei salvadanai o degli amuleti (non sto scherzando, sono queste le notizie che ci danno!); è un insulto quando usiamo le parole per cambiare il nome delle cose, o quando cambiamo le cose ma ne manteniamo il nome, o quando si usano per fomentare il sentimento della paura: ‘catastrofi’, ‘crisi’, ‘tragedia’, ‘insicurezza’. L'insulto della parola è quotidiano, e invece se pensi alla forza della parola… non la si può maltrattare in questo modo”.

Susanna Parigi ha riflessioni da intellettuale, ma “un'anima da operaia”, come lei stessa rivendica: “Sono cresciuta con la musica popolare – racconta a PopOn - con le ottave, gli stornelli. Mia madre, ad esempio, amava molto Gabriella Ferri, una voce vera che rappresentava una donna vera. Anche per questo ho deciso di registrare proprio la voce di mia madre che canta Sempre come introduzione a un brano”. Il brano di cui parla è un altro riferimento alla musica popolare: La canzone dei vecchi amanti, riproposizione di un brano di Jacques Brel (che è anche l’unica cover tra nove canzoni inedite scritte dalla cantautrice con Kaballà). Susanna Parigi ha concepito l’album subito dopo la pubblicazione dell’album precedente, In differenze, ma per la sua realizzazione ha aspettato di trovare una situazione adatta, una collocazione idonea. “E’ successo – racconta la musicista - quando ho incontrato l’etichetta Promo Music, che segue un percorso molto coraggioso con proposte innovative. Io – confida - difendo tenacemente il mio progetto musicale da molti tipi di influenze: chi ti consiglia una cosa, chi un'altra, sempre per motivi commerciali. Non fraintendermi – precisa – non è che io non cerchi il consenso, ma sono felice di vedere che il mio pubblico aumenti per passaparola; e quello che raggiungo resta affezionato”.

È critica Susanna Parigi verso alcuni meccanismi dell’industria culturale: “Meno male che esiste la tecnologia e internet – afferma - che ti permettono di bypassare gli organi di informazione tradizionale, perché per arrivare a quelli ci vuole danaro. E proprio per questo motivo, i grandi media privilegiano prodotti usa e getta, prodotti musicali che durano sei mesi. Io non voglio che il mio disco duri sei mesi!”. Il risultato di questi meccanismi non può che essere una disaffezione verso la musica o verso l’artista. E infatti, precisa la cantautrice: “Si fa credere che la crisi della discografia dipenda dalla masterizzazione, ma è una bufala pazzesca. È proprio uno degli esempi dell’insulto delle parole. Io negli anni ‘70 e ‘80 dai vinili di mio cugino ci facevo le mie musicassette. Si masterizzava anche allora! Ma i dischi si vendevano lo stesso perché erano dischi che valevano i soldi che si spendevano”. La passione con cui Susanna Parigi dialoga degli argomenti del suo album (e in generale del suo mondo musicale) toglie ogni dubbio sulla sua natura di “cantautrice” piuttosto che di musicista tout court. Lei stessa ci racconta, a dispetto di quanto si possa pensare sapendola insegnante di pianoforte in Conservatorio, che il suo primo strumento è la voce: “Avevo 4 anni quando ho cominciato a prendere lezioni di canto, mentre a 9 mi sono iscritta al Conservatorio. Negli anni ho lavorato molto sulla mia voce, ma mai per arrivare a una tecnica fine a se stessa. Avevo delle idee, le pensavo in un certo modo e volevo realizzarle attraverso i ‘miei’ strumenti”. Idee che emergono con forza anche in questo suo nuovo lavoro. .
 
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