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| Censurano "Cazzo che bello l'amore" La Twitter-battaglia per Luca Carboni
Jovanotti organizza il tam tam online per la canzone dell'amico Rispondono migliaia di fans e il ritornello diventa tormentone
di GIUSEPPE BOTTERO
TORINO La colpa, dice Jovanotti, è dell'amore. Per i responsabili delle radio, meno poetici, della parola «cazzo». Il caso esplode su Twitter di domenica pomeriggio. «Mi ha detto Luca Carboni che alcune radio censurano la sua "cazzo che bello l'amore". Forse la parola "amore" può offendere…» scrive Jovanotti. Nel mirino dei radiofonici- spiega- c'è l'ultimo singolo del musicista bolognese, primo estratto dall'album «Senza Titolo».
La battuta di Jovanotti scatena una mini-tempesta lunga 140 caratteri.
Rispondono tutti: da Fiorello a Cesare Cremonini e Nicola Savino.
Ognuno con una versione- dall'edulcorata al politicamente scorrettissimo- del ritornello di Carboni.
Dal «minchia che bello l'amore» dello showman siciliano al «capperi» fino all'«accipicchia» e alle versioni dialettali.
«Serviva qualcosa di più filogovernativo, tipo "cazzo che bello l'amore a pagamento"» twitta Federico Taddia.
La bacheca di Jovanotti si riempie, e un'ora dopo Lorenzo ci torna su: «Luca, il testo lo devi venire a scrivere qui su Twitter. Un social testo».
Carboni, a mezzo blog, ringrazia.
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