| PILAR
SARTORIA ITALIANA FUORI CATALOGO
Pilar è una delle voci italiane più apprezzate del panorama italiano. Cantante e autrice di testi, artista versatile spesso prestata alla recitazione, si muove tra canzone d’autore, suoni contemporanei e radici popolari. Diplomata in Canto e Musica da Camera, due album alle spalle (Femminile Singolare VCM/01, 2007; Spartenza IncipitMusic/Egea, 2009, insieme all’ensemble Sinenomine) ha ricevuto dal 2005 a oggi moltissimi riconoscimenti tra i quali Primo Premio e Targa della Critica per il Festival di Musicultura, finalista al Premio Tenco Targa Miglior Opera Prima; Premio Lunezia; migliore interprete al Premio Bianca d’Aponte; Premio della Critica e Miglior Interprete al Festival Europeo della Canzone Mediterranea-Pjesma Mediterana. Sartoria Italiana Fuori Catalogo nasce dall’incontro di Pilar con Bungaro e si traduce subito in scrittura, profonda amicizia e complicità artistica. Il disco contiene 11 canzoni, che portano la firma di Pilar per i testi e di Bungaro per la musica; l’unica cover presente è Con Toda Palabra di Lhasa De Sela. Sartoria Italiana Fuori Catalogo sembra quasi uno slogan, espressione contemporanea di un archetipo artistico: ricorda volutamente un settore storico dell’eccellenza italiana, quello dell’alta moda, esportata in tutto il mondo; dell’artigianato e della manifattura. E come l’alta moda italiana, Sartoria Italiana Fuori Catalogo ha una forte vocazione europea e internazionale (non è un caso l’inserimento nel disco del francese e dello spagnolo). Tutte le persone che hanno lavorato su Sartoria Italiana Fuori Catalogo sono artigiani, della parola, della musica, del suono, della convivialità, del cibo, della fotografia e dell’arte contemporanea. Nell’album grande peso viene dato alla parola, a volte quasi versificata, ma sostenuta e resa sempre godibile dalla scrittura melodica e mai banale di Bungaro. Gli arrangiamenti del disco e la produzione sono stati affidati al chitarrista e compositore Tony Canto (Mario Venuti, Mannarino, Patrizia Laquidara, Arto Lindsay....) che firma anche la musica de Il bacio prima del caffè; le percussioni ‘viaggianti’ e la batteria sono di Franco Barresi; il contrabbasso a volte orchestrale, a volte bohèmien è quello di Giovanni Arena. Collaborano agli arrangiamenti degli archi anche il compositore Tony Brundo (Dopo L’amore), Aidan Zammit (Meduse) e Francesco Valente (Con Toda Palabra). Viola e violino sono affidati a Adriano Murania (Stewart Copeland, Carmen Consoli, Mario Venuti, Franco Battiato, Michael Nyman, Giovanni Sollima..) In questo suo secondo disco da solista Pilar ribadisce l’orgoglio delle radici e vuole esportarne non solo i colori ma anche un’ironica sensualità, un barocco figlio dei suoi giorni, e dunque paradossalmente minimalista. Nel suono dell’album e nell’approccio vocale di Pilar si trovano suoni antichi e contemporanei, un’emissione di voce che è cameristica, d’autore, strumentale, passionale e che spesso si fa colore per dare fiato e luogo a milonghe mediterranee fatte anche di chitarre distorte, che nulla concedono al folk, ma che guardano avanti e si donano al pubblico, senza riserve.
Sartoria italiana fuori catalogo
Dinamica sensualità terrena, a tratti marina, ineffabile. Il mondo declinato al femminile sembra, pur di sussistere, voler indossare gli occhi, le labbra, le vesti di Pilar, che si conferma - soprattutto in questo ultimo lavoro - regina della parola cantata.
Il mondo si riscopre donna nell’accezione più intima e suggestiva, annientando con cuore e disciplina stereotipi fin troppo abusati e retorici. Quell’universo riscopre se stesso partendo questa volta dal basso, attraverso una leggera ma incisiva ironia che nulla toglie, ma al contrario aggiunge in eleganza e impreziosisce in qualità, allo spirito educato e viscerale di una cantantessa che guarda all’Italia, alle sue radici, e sembra tuttavia aprirsi ai più attraverso linguaggi universalmente validi.
Pilar – al secolo Ilaria Patassini – si consegna al grande pubblico con un nuovo lavoro discografico, Sartoria italiana fuori catalogo (UpArt/Egea), che arriva dopo Femminile singolare, album del 2007 e non senza prima aver fatto incetta di premi e riconoscimenti a cominciare da quel 2005 che la vide vincitrice de L’artista che non c’era. Da quel momento è un susseguirsi di conferme e riconferme, come avvenne per esempio nel 2007 a Musicultura, poi finalista al Tenco 2009 e molti altri premi in Italia e anche all’estero.
Ad anticipare l’uscita del nuovo disco il singolo Cherchez la femme, cucito minuziosamente intorno alle incontestabili doti interpretative della cantautrice romana, in un gioco della parola che trascina via tutti i sensi e li riformula in piacere, disincantato e accattivante, per far posto questa volta all’ironia. Quella stessa ironia che ribalta i luoghi comuni, che vedono la donna annebbiata dal suo stesso essere femme.
La femminilità quindi è il panorama di questa condizione, intima e viva. Le parole sembrano voler flirtare con il pentagramma, in una spannung che raggiunge l’apice in Labbra, dove è ogni singolo fonema a dare significato al testo, indipendentemente dalla costruzione lessicale, scavalcando la forma-canzone con il preciso interesse verso una non corrispondenza tra sogno erotico e realtà: «Forse parlavamo e basta, non avresti dovuto guardarmi le labbra».
Un microcosmo di suoni e intenzioni, un’unità minima che si rende autonoma al fine di ricostituirsi nel tutto, con vigore ed efficacia, presenza e passionalità.
La Pilar-dominatrix trattiene nelle sue mani il potere della seduzione musicale, domina la lingua, nulla viene tralasciato e in tutto ci si deve abbandonare nel suo rassicurante predominare.
Il lavoro conta della preziosa collaborazione di Bungaro, coautore e produttore artistico insieme a Pilar, e di Tony Canto, al quale sono spettati arrangiamenti e produzione, nonché il compito-piacere di suonare tutte le chitarre nel disco.
Un prodotto artigianale, nel senso più manifatturiero del termine, che richiama all’eccellenza tutta italiana.
Il tour inizierà dalla Sicilia il 3 novembre per poi toccare sedi prestigiose, dall’Auditorium Parco della Musica di Roma (9 novembre) all’indiscusso Blue Note di Milano (17 novembre).
Un lavoro vivo. Da apprezzare, vino rosso alla mano.
|