NAVA: CON LA MUSICA HO CHIUSO
L'amaro sfogo della cantautrice
Mariella ha deciso di non lavorare più in un ambiamente che l'ha delusa
"Sono solo una voce che diventando silenzio cerca di sopravvivere." Mariella Nava spiega così la decisione di non fare più musica, di "non essere più musica, cosa che - chi mi conosce lo sa - significa soffrire: la musica è la mia vita". Eppure la decisione è presa. L'ha fatta sapere ai suoi fan, ai fan più intimi che a seguono via internet sulla Mailing List "Mezzaluna", dopodichè gli stess fan hanno presa la lettera e l'hanno inviata al sito di Red Ronnie, il Roxy Bar on line (
www.roxybar.it). Da qui, la lettera - gennaio 2007 - con cui Mariella Nava annuncia: "da oggi il mio diventa un silenzio che mi auguro non vi lasci soli ma vi fortifichi", da qui la lettera di Mariella ha preso visibilità, e ci si domanda cosa mai di così doloroso possa averla fatta nascere.
La delusione per essere stata scartata all'ultimo Sanremo, Mariella?
"Si, ma anche no - risponde lei - insomma non vorrei che tutto si focalizzasse lì. Diciamo che il fatto di non essere stata scelta è stato un peso che si è venuto ad aggiungere ad una situazione per me già difficile, a un momento già difficile. Ma io di Sanremo non voglio assolutamente contestare nulla e nessuno."
C'è accesa passione e allo stesso tempo un che di dolente, un dolente rispetto nelle parole che arrivano via telefono da Mariella.
Nata a Taranto il 3 febbraio del 1960, scoperta giovanissima da Gianni Morandi, premio Tenco all'esordio per la sua migliore opera prima, la Nava in questi anni ha cantato e composto per Vanoni, Milva, Renato Zero, Bocelli, Dalla, fra i tanti; ha lavorato e duettato, sempre a Sanremo, con Minghi e lo scorso anno con Dionne Warwick mell'inno (da lei scritto) per i Mondiali di Sci di Bormio. Ha partecipato a Music Farm, si può dire conservando senza cadute di stile, senza alcun eccesso, la sua dignità.
Che canzone aveva proposto al Festival?
"Davvero di questo non preferisco parlare. Non è questo il punto."
Lei ha scritto: "ho sentito infilarmi una lama dentro quando ho scoperto che il discografico indipendente che mi aveva presentato al festival mi aveva promesso di candidarmi come una proposta e invece aveva presentato qualcun altro poi preso...
Allora la delusione è questa, il comportamente del discografico?
"No no, con lui abbiamo chiarito... Anzi è lui ora che sta cercando di fare opera di persuasione su di me perchè cambi idea, perchè non rinunci..."
Già, Mariella: perchè vuole rinunciare?
"Non è colpa mia, ma io sto impazzendo. Io sento il bisogno di lanciare un allarme."
Ma quale allarme?
"L'allarme per lo stato in cui vive, anzi non vive la musica italiana. I dischi non sono presi dai rivenditori se non sanno che sei in tv o non corri nei network radiofonici (solo grandi hit) o se non hai un video di certa fattura e quindi di cospicua spesa. I distributori fanno fatica a distribuirti i cd se non hai la visibilità dovuta. E le case discografiche non ti fanno contratti se si trovano di fronte a queste difficoltà, e a loro volta non vogliono spendere soldi se sanno che i rivenditori non ti prenderanno e così via...
La musica in Italia? Vive in un sistema malato, profondamente malato, del quale sono vittime anche artisti apparentemente insospettabili."
E' malato il sistema industriale? E' un male morale?
"E' un insieme di cose. Solo che è secondo me a un tal punto di gravità... Siamo al punto in cui il sistema immunitario non difende, ma attacca all'interno."
Dunque, lei smette.
"E' un sacrificio. Soffro, perchè la musica è la mia vita. Ma il mio è un malessere vero. Così ho deciso: sono una voce che stano muta, tenta di sopravvivere. Spero solo che il mio silenzio abbia eco. Che al mio silenzio, piano piano, prima o poi, si aggiunga un coro."
La Nazione