| Niccolò Fabi, in viaggio senza malinconia
Esce venerdì l'album Novo Mesto, registrato in Slovenia tra boschi e antichi ricordi. Videoclip: Costruire
I capelli sono sempre gli stessi. Lunghi senza essere pesanti, ricci senza essere ingombranti, ribelli senza essere protagonisti e spettinati senza essere artefatti. Che Niccolò Fabi viva sempre con i suoi capelli l'aveva chiarito subito, con il primo brano con cui era arrivato il successo. Ma che lui sia rimasto coerente, come i suoi capelli, lo scopriamo ora, all'uscita del nuovo - quinto - album: Novo Mesto, che sarà disponibile da venerdì. Dopo tre anni di silenzio da La cura del tempo (2003), interrotti da piccoli e importanti episodi come l'essersi traferito in Spagna per registrare una raccolta di canzoni ("Che adesso finalmente dovrebbe concretizzarsi e ne sono molto felice"), la collaborazione con Bennato ("Venderò è stato uno dei miei primi dischi e mi è piaciuto cantare con lui Non è amore nel nuovo album") e quella con Lucio Dalla nel reading "Voci contro il potere", il ritorno di Fabi avrebbe potuto avere mille forme, prendere mille strade. Vie ripetitive o pesanti, impegnate o controccorrenti e arrabbiate, incastrate. O semplicemente arruffate come i suoi capelli. Ed è sorprendente dunque la semplicità di Novo Mesto, la tranquillità con la quale arriva alle orecchie passando dalla testa. Capelli compresi. Leggero senza essere banale, ricco senza essere contorto. Adulto senza essere cinico.
Registrato in Slovenia, nell'album si respira un'atmosfera fresca e incantata che ricorda la luce, il rumore di un porto, le ombre di un boschetto, la vita. "Avevo voglia di cambiare aria - spiega il cantautore romano (classe 1968) -. Di avere stimoli nuovi che mi portassero fuori dai confini conosciuti dello studio di Roma. L'agio casalingo è la tomba della creatività e io avevo bisogno di assorbire altre atmosfere e di far nascere i nuovi pezzi in un mondo che non mi appartenesse e che riuscisse a liberarmi dai soliti schemi". E invece di cambiare i musicisti con i quali lavora ormai da anni o di cambiare studio di registrazione, Niccolò ha preso strumenti e band (Agostino Marangolo,batteria; Lorenzo Feliciati, basso; Francesco Valente, chitarre; Aidan Zammit, tastiere e Adriano Pennino, pianoforte. Al mixer Fabrizio Simoncioni) e li ha portati via. In viaggio per tre settimane, tanto è bastato a portare a termine il progetto. "Avevo inziato a guardare all'estero - continua Fabi - all'inizio prendendo in considerazione anche posti che poi si sono rivelati impraticabili, Atlanta per esempio. Ma non era quella la luce che cercavo. La Slovenia è saltata fuori da un consiglio della flautista Tinkara Kovac. Mi ha segnalato questo posto, Novo Mesto, e ne sono stato attratto subito, già solo dal nome. Novo Mesto. La Slovenia è un posto particolare, pieno di conflitti e di ricordi di conflitti, di malinconia ma anche di possibilità, di quiete, di energia, di natura. Eravamo circondati da un bosco e i proprietari dello studio costruiscono barche. Io ho suonato i pezzi davanti agli altri per la prima volta solo arrivati lì. Volevo cogliere la loro sorpresa e i brani sono nati così, in questo strano posto e non sarebbero mai stati gli stessi se non ci fossimo allontanati".
Come dieci sono le tracce di Novo Mesto, dieci sono gli anni trascorsi dagli inizi della sua carriera di musicista. Più di dieci da quando, piccolo, si aggirava nei backstage di concerti della PFM e ancora di più da quando è venuto a contatto con la musica grazie al padre Claudio, musicista e produttore e alla nonna insegnante di piano. L'attitudine di Fabi è quella calma e pacata di un uomo che non ha nulla da dimostrare e molto da comunicare. "Ho capito una cosa importante col tempo. Che amo fare quello che faccio. Che è divertente e che sono fortunato a farlo. Potrei lamentarmi di come vanno le cose, della crisi discografica, delle vendite ferme, del mercato ristretto. Ma non mi viene. La mia è una fortuna, ne sono certo, lo so". Niccolò Fabi sorride spesso, parla lentamente, guarda dritto negli occhi. Lontano dall'essere impacciato e timido come all'epoca de Il giardiniere, quando arrossiva facilmente. Il primo singolo estratto Costruire(del quale vi proponiamo il video 56k| Adsl), è un ponte fra il nuovo e il precedente album La cura del tempo, segno di un passaggio: "A 25 anni non avrei mai scritto un testo così, il ritornello infatti credo sia filosoficamente legato a una certa età. La ricerca della perfezione in ogni aspetto della vita, crescendo, lascia posto alla consapevolezza che la perfezione non esiste, o che comunque non è raggiungibile. Il tempo è passato e mi ha portato qualche consapevolezza in più. Più banalmente è come quando si entra in un negozio di abbigliamento. Alla fine ora non perderei tanto tempo a provare cose a caso. Ma il passaggio lo vivo molto bene. Crescere vuol dire anche avere il coraggio di preservare la parte più infantile. Per esempio quando nel primo brano (Novo Mesto (l'aria intorno), ndr) tutti insieme cantiamo 'lalalalala'. Sembrerà una stupidaggine, ma un tempo non l'avremmo fatto".
E il suo giocare con testi o con strumenti nuovi come il banjo, la fisarmonica e il mandolino concede all'album una leggerezza difficile da trovare, di questi tempi, in altri dischi italiani. "Volevamo sperimentare, ci siamo tutti messi alla prova e alla fine è stato stimolante, creativo. Comunque vada un'esperienza positiva e che ci ha dato energia", conclude Niccolò. Le canzoni parlano di rapporti perché: "Tutto nasce dai rapporti. Tutto quello che ci circonda, quello che capita. Non solo le relazioni d'amore, ma anche di amicizia, di semplice conoscenza". Il suo viaggio Fabi lo sta facendo con coerenza. Passo dopo passo. Ed è facile immaginare le sue musiche come sottofondo di film ("Mi sarebbe piaciuto scrivere la colonna sonora de La vita che vorrei di Piccioni, magari gli scrivo una mail..."), o come sottofondo di una lettera ancora da scrivere. E poi, da spedire lontano.
Le date del Novo Mesto Tour 2006 24 marzo Campobasso (Teatro Savoia) 27 marzo Milano (Teatro Ciak) 28 marzo Bologna (Arena Del Sole) 30 marzo Mantova (Teatro Accademico Bibiena) 3 aprile Adrano - Ct (Teatro Bellini) 4 aprile Palermo (Teatro Golden) 7 aprile Ortona - Ch (Teatro Vittoria) 9 aprile Faenza - Ra (Teatro Masini) 11 aprile Rovigo (Teatro Sociale) 12 aprile Firenze (Teatro Puccini) 13 aprile Roma (Teatro Ambra Jovinelli)
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