Consiglio a chi non lo conoscesse, questo fantastico gruppo.
Non Voglio Che Clara è un nome bizzarro, dietro al quale si nascondono grandi artisti, dotati di un talento compositivo invidiabile.
All'attivo hanno due album, "Hotel Tivoli" e "Non Voglio Che Clara".
Posto la recensione del primo, splendido esordio.
Delizioso.
Questo disco di debutto dei Non voglio che Clara è semplicemente delizioso.
Prodotto da aiuola - ‘etichetta pop piccola ma curata’ - così come si legge sul retro del cd, Hotel Tivoli comprende sette perle di dolcezza che incantano.
Pop raffinato, elegante, che sa dei bei tempi che furono ma racchiude una profondità nelle liriche al giorno d’oggi più unica che rara.
Un po’ Belle & Sebastian dal punto di vista musicale, ma con la poesia lirica di Battisti. Ecco chi sono i Non voglio che Clara.
Il disco si apre con le nostalgiche note di pianoforte di Quello con la telecamera e sfocia in un arrangiamento ben curato fatto di archi, violoncelli e violini. Ma non si tratta di tecnologia MIDI, negli ultimi tempi sempre più spesso preferita all’uso degli strumenti tradizionali. Quelli che suonano nel disco dei Non voglio che Clara sono veri archi che, sposandosi con i testi mai scontati, creano un’atmosfera intima, preziosa, da sospiri.
Il secondo pezzo in scaletta è Hotel Tivoli, canzone davvero bella che, con la sua tromba, riporta ad altri tempi. La voce di Fabio De Min, a tratti sussurrata, smiela frasi d’amore che tuttavia non sono mai stucchevoli o già sentite. Si può dire, infatti, che nel parlare d’amore, argomento in cui è facile cadere sul banale, i Non voglio che Clara si distinguono decisamente dalla massa.
Ne I piani per il sabato sera, il ritmo incalzante e ripetitivo della chitarra acustica minimalista detta i ritmi, spezzati solamente da qualche arpeggio qua e là. E incantevoli sono le atmosfere jazz suscitate da Il nastro rosa e dal suo sax.
Le paure è un’altra canzone splendida, personale, molto particolare, ma allo stesso tempo ha il vantaggio di essere una delle più orecchiabili in Hotel Tivoli. La capacità dei Non voglio che Clara di esprimere emozioni e vicende personali sale in questo episodio ai massimi livelli.
E ancora degna di nota è la rivisitazione de L’ultima occasione di Mina, che si adatta perfettamente al contesto e, nel caso specifico assume toni più malinconici e nostalgici rispetto alla versione originale.
Chiude il disco Se ti senti sola. E al termine dei suoi 3 min e 15 sec si rimane un po’ con l’amaro in bocca. Ma solo perché si vorrebbe che un cd così ben fatto non finisse mai. (
www.sonorika.com)
Spero di avervi incuriosito, se non li conoscete, ad indagare oltre.....