Ornella Vanoni, è tempo di "Più di me"“Succede che un giorno il tuo presidente ti chiami e ti dica: ‘Per te quest’anno voglio un disco tributo con i tuoi classici, cantati con i più bravi cantanti italiani. Faccio tutto io, ci penso io’. Una vocina mi dice: ‘Mi affido? Non mi affido? Ok mi affido’. E tutto diventa facile e gioioso. Ogni artista ha scelto la canzone che preferiva e sono stati oltre che bravi, disponibili e generosi. Nel frattempo sono spuntati due inediti, uno con Eros Ramazzotti e l’altro con Mina. Ci sono altri cantanti che avrei voluto avere, ma l’industria ti sta col fiato attaccato all’orecchio. Tempo, tempo... poco tempo. Celso Valli che ha arrangiato il disco ogni tanto respira a fatica. Il ‘Presidente’ sembra contento e pieno di speranza, direi soddisfatto. Anch’io. Certo il Tempo…”.
Queste le parole fermate da Ornella Vanoni sul booklet della sua ultima fatica, Più di me, in uscita oggi, venerdì 17 ottobre. Il tempo come sottolineatura importante, dunque, e con grande signoria e ironia racconta a PopOn quello che fugge (“Ma ve lo ricordate che ho settantaquattro anni?), quello che viene misurato con i suoi cinquant’anni di carriera musicale e quello che viene fermato dalla celebrazione di canzoni che tempo non hanno. Il tempo, quello di mettersi poi a riscoprirle, rivestirle, ridar loro lustro nuovo con preziose collaborazioni, come quelle con Eros Ramazzotti, Mina, i Pooh, Giusy Ferreri, Jovanotti, Claudio Baglioni, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia e Carmen Consoli. Un tempo tiranno, che ne ha impedite altre: “Mancano Gino Paoli, Elisa, Zucchero e molti altri artisti – spiega amareggiata - come Sting che avrei fortemente voluto per questo mio lavoro di duetti ma che, per la velocità nella realizzazione dello stesso, non ho potuto avere”.
E il tempo, l’immediato futuro, di cui parla con ironica fatica: “Non fatemi guardare troppo in là, fatemi arrivare viva alla fine di questo lavoro! Dopo il concerto di sabato in piazza Duomo a Milano, dove mi esibirò da sola, ho bisogno di una settimana di mare. E poi il 20 dicembre presenterò tutti i duetti contenuti nel disco in una prima serata su Rai Uno. A gennaio partirò per dieci date in teatro… ma, vi prego, fatemi prima andare una settimana al mare, sono sfinita! Ho il callo da zip, a furia di aprire e chiudere la valigia!”. Quando parla del disco, invece, la fatica e il tempo sembrano svanire. E sorride nel raccontare che il titolo del disco, Più di me, è stata l’unica libertà che le è stata concessa in questo lavoro: “E’ l’unica cosa che mi hanno fatto scegliere ed è la prima volta che capita, di solito non do tutta questa libertà a chi lavora con me. Per la scelta delle canzoni, invece, abbiamo fatto una lista tra quelle più note. E abbiamo fatto scegliere agli artisti quali volessero interpretare… anche se sapevamo esattamente quelle che avrebbero scelto. Jovanotti ne ha volute cantare due, perché mi ha confidato che Io so che ti amerò è la canzone più bella del mondo, e con quel musino lì, come facevo a dirgli di no? E poi con lui ed Eros ho riso parecchio durante la registrazione”. Sull’atteso duetto con Mina, ironizza: “Tutti ci vogliono da sempre nemiche, non potevamo che interpretare insieme con grande ironia Amiche mai”.
Tutta questa complicità mista a calore si sente, ce la restituisce già dal primo ascolto e ce la offre con grandezza d'animo: “La gente ti ama per il vecchio - sottolinea - non per il nuovo. I best non possono che essere dei ricordi. Poi la gente la conquisti con le canzoni nuove, ma prima devi dar loro l’emozione del ricordo“. Non manca poi di dare piccole steccate su più fronti: “Io rimpianti? Mai. Dovrebbero averle le banche i rimpianti! Abbiamo ammazzato la classe media, quella che a teatro spende 25 euro, ora c’è quella che ne spende molti di più e quella che a teatro non va per nulla. Quindi i tour tornano a essere come quelli di una volta, senza scenografia, che costa sempre moltissimo. E poi c’è crisi anche nel mondo degli autori, crisi generata dall’ignoranza. C’è gente che scrive benissimo, come Capossela, Cremonini, Bianconi dei Baustelle… ma a parte quattro o cinque nomi, il mondo virtuale sta abbattendo tutto, dando spazio a parole vuote senza spessore. Questo mi fa ricordare tanto il film ‘Wolf’ – conclude - dove un direttore parla a un dipendente e dice: ‘Lei è una persona di grande gusto e profondità, quindi non ha più senso che lavori per noi’. E’ proprio questo il mondo dove stiamo vivendo ora”.
Fonte:
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