| Malika Ayane, dopo l'ottima performance sul palco dell'Ariston, ripubblica il suo primo lavoro omonimo uscito a settembre con l'aggiunta di tre inediti: “Si tratta del brano sanremese Come foglie, scritto da Giuliano Sangiorgi, e di altre due canzoni utilizzate in passato come colonna sonora di altrettanti spot pubblicitari”, racconta la cantante milanese ai microfoni di PopOn. “Per la canzone di Giuliano vale il metodo Stanislavskij, cioè bisogna cercare di immedesimarsi il più possibile nel testo. Per me, poi, questo approccio non è difficile, perché sia io che Giuliano abbiamo la stessa attitudine alla malinconia”, confessa Malika. “Si dice che l'ironia salverà il mondo, ma la malinconia è decisamente meglio”, ammette.
Gli altri due brani inediti del disco sono Time Thief e la cover di Over the rainbow di Judy Garland: “Time Thief è stata rielaborata da Alva Noto rispetto alla versione utilizzata nello spot. Il brano è un capolavoro ed era sprecato per una pubblicità di soli trenta secondi. Sono molto contenta e poi Alva Noto è stato un colpaccio: l'ha colorato come solo lui sa fare”. E quando le chiediamo come si sente ora che è la pubblicità a prendere 'in prestito' le sue canzoni, dopo che era stata lei a donare la sua voce per gli spot, risponde: “È divertente il paradosso. Ora è avvenuto il contrario. Io ho la fortuna di aver cantato dei jingle, che alla fine erano delle vere e proprie canzoni, composte da Ferdinando Arnò (il suo produttore, ndr), una delle persone che intorno a me stimo di più dal punto di vista musicale”.
E riguardo la sua partecipazione al Festival dice: “Molti pensano che non sia italiana perché canto anche in inglese: andare a Sanremo è servito a dare un volto a una voce – dice - Inoltre, Caterina Caselli (presidente della Sugar, la sua casa discografica, ndr) mi ha dimostrato che con i testi giusti, nel mio caso con quelli di Pacifico, Giuliano Sangiorgi e Paolo Conte, l'italiano rende tanto quanto l'inglese e forse anche di più”. Ma i suoi riferimenti artistici sono soprattutto stranieri: “Le mie tappe fondamentali sono il rock 'n' roll, il jazz e il blues. Durante la settimana sanremese mi sono portata solo dischi degli anni Sessanta, da Nina Simone a Stevie Wonder – ci racconta – Ma il primo disco italiano che mi hanno regalato era uno di Gino Paoli: aver duettato con lui è stato scioccante e, per giunta, ho avuto la fortuna di incontrarlo su un palco così prestigioso”. E conclude parlando delle collaborazioni: “Gli artisti che hanno lavorato con me sono tutti dei miei riferimenti musicali e tutto ciò è stupendo. Questo è veramente un bel periodo per me”.
Fonte: Popon.it
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