La sua voce rimbomba nelle casse delle televisioni italiane. I suoi capelli biondi, quel trucco marcato sotto gli occhi ed il suo duetto con Massimo Ranieri. Tutto questo è Barbara Gilbo, torrese di nascita e che oggi è una delle cantanti in lizza al Festival di Sanremo. Ma Barbara non è solo il look aggressivo, non è solo il pezzo rock che nelle prime note parla di “un pomeriggio vesuviano di cui non ricordo il mese e che paese è”. Non sono musica “perbene” tra un fiore ed uno scatch di Bonolis. Barbara è anche la ragazza alternativa che, nel video della sua canzone “Prendo atto”, bacia una donna, palpezzia uomini seminudi e fa il gesto dell’ombrello. Una doppia faccia della ragazza di Torre Annunziata che a soli 17anni è partita per la Roma dove i sognatori possono realizzare quello che spesso al Sud rimane una utopia.
Barbara viene da una famiglia benestante ma, non per questo, nega il suo essere oplontina: “A volte mi manca Torre Annunziata – ha detto ieri sera a pochi minuti dalla sua esibizione sul palco dell’Ariston- mi manca il muretto dove mi sedevo e chiacchieravo con i miei amici, mi mancano i compagni di liceo, mi manca l’aria frizzante che si respira nelle città della provincia di Napoli”.
Ma Barbara resta “una scugnizza” come lei stessa si è definita. Una scugnizza che ironizza il sesso e la sensualità, una scugnizza che puo’ giocare nei video con baci saffici e gesti dell’ombrello, una scugnizza che non dimentica le sue origini e che in ogni occasione si dice “fiera di essere napoletana”.
Aveva soli diciassette anni Barbara. Neppure maggiorenne e già in giro per gli studi di Cinecittà dove un brillante Gianni Boncompagni aveva dato vita ad un programma rimasto nella storia: “Non è la Rai”.
Ecco che allora Barbara cresce. Da un lato Ambra Angioini e la tv, dall’altro la passione per la musica. La seconda, nel 1999, ha prevalso sulla prima. Abbandona la tv per dedicarsi ad un progetto del produttore Maurizio Carta, il cui fine è quello di creare una band composta di sole donne: in quest’occasione conosce Giorgia Iacuessa, musicista e chitarrista, e con lei da il via ad un sodalizio professionale che l’aiuterà a crescere ed a credere ancora di più nella carriera che ha voluto intraprendere.
Gli studi, l’impegno e la gavetta l’hanno portata sul palco dell’Ariston come partecipante al Festival di Sanremo. Restano però quelle immagini forti dei video delle sue canzoni. Immagini provocatorie di una ragazza fuori dagli schemi. Baci lesbo e gesti dell’ombrello però a Sanremo non ci sono stati. Forse quella Barbara non c’è più o semplicemente è nascosta dietro quel perbenismo sanremese che fino a non molti anni fa censurava le canzoni dai testi “forti”.
E già a 15 anni Barbara fece scalpore. Una ragazza madre in un paese all’ombra del Vesuvio. Era sulla bocca di tutti. Ma oggi fiera ha confessato che la sua piccola:”Adelaide è la mia musa ispiratrice sono una delle mamme piu’ felici del mondo”.
“All’epoca nacque una storia d’amore tra me ed un ragazzo diciannovenne. Da questa unione è nata Adelaide”.
“Ho sempre spiegato a mia figlia che non volevo essere una sua amica –ha aggiunto Barbara Gilbo- perchè di amicizie vere ne avrebbe trovate tante, quindi Adelaide ha saputo da sempre che io sono la mamma. Poi, quando ho voluto fare l’amica per seguirla nelle sue prime uscite lei mi stoppava dicendomi: ‘Non ti azzardare, sei mia mamma!’”.
Ma Barbara oggi spera. Spera di vincere Sanremo e che “la mia Torre Annunziata esca dalla morsa che da anni la attanaglia: dalla criminalità alle innumerevoli emergenze”. Un po’ come nel testo della canzone presentata a Sanremo il motto di Barbara rimane “chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scurdammoce o passato simmo e nate per cantà”.
E pensare che proprio in questi giorni mi era venuta la curiosità di ascoltare il Cd...