Il meglio di Branduardi dal vivoAllo Smeraldo con tutti i suoi classici
Cinque anni di assenza e adesso il ritorno con un concerto in cui si riappropria della sua storia. Angelo Branduardi, concerto al Teatro Smeraldo di Milano il 24 novembre, è pronto a presentare al suo pubblico i brani più amati della sua trentennale carriera. "Sarà un po' una serata del tipo 'Tutto quello che vorreste sentire da Branduardi e non avete mai osato chiedere'" dice l'artista a Tgcom.
Non che negli ultimi anni Branduardi sia stato con le mani in mano, ma il progetto della "Lauda di San Francesco" lo aveva tenuto impegnato a fondo. Adesso, dopo aver pubblicato l'album "Senza spina", in cui alla registrazione del concerto all'Olympia del 1986 si aggiungono tre inediti, si presenta sul palco accompagnato da quattro musicisti: Davide Ragazzoni (batteria), Stefano Olivato (contrabbasso), Leonardo Pieri (tastiere) e Michele Ascolese (chitarre).
Dopo una parentesi tanto amata si riappropria della sua storia...La 'Lauda di San Francesco' ha avuto 350 rappresentazioni in tutto il mondo, in lingue diverse: un successo inimmaginabile se si pensa che si trattava di una cosa di tipo religioso o quanto meno spirituale, senza media, tv o radio a trainarla.
E adesso invece cosa si deve aspettare chi verrà a sentirla? Quello che vorreste sentire da Branduardi e che non avete mai osato chiedere. Non posso indicare unal inea esatta perché tutto avverrà in maniera spontanea. Si passano tanti momenti in cui l'artista riflette, cambia ma in realtà ciò che ha fatto di importante rimane. E questo è quello che riproporrò in questi concerti.
I pezzi saranno nelle versioni originali o leggermente rivisitati?Come arrangiamenti ho pensato a cose leggermente diverse dagli originali ma in realtà dipenderà da ciò che la gente vorrà. Ho pensato a delle cose sulla base dell'istinto e quindi l'istinto non ha regole. Di sicuro non trascurerò le cose più belle e fatte meglio, non posso travisare il risultato di anni di lavoro.
Come mai in "Senza spina" è andato a recuperare un concerto di 23 anni fa?Nel 1986 facemmo un disco acustico, totalmente scevro da qualunque tipo di effetto. Ci dicemmo che era il momento buono per farlo. In realtà non lo era, lo sarebbe stato dopo quindici anni. Noi suonammo senza spina quindici anni prima che la parola unplugged andasse di moda. Se mi è concesso, senza false modestie, quel termine l'abbiamo inventato.
E la gente all'epoca come reagì?In effetti era abbastanza stranita, sia dal disco che dalla riproposizione acustica. Si trattava di qualcosa completamente diverso da cià che succedeva in campo musicale all'epoca. Abbiamo fatto tre mesi di concerti in tutta Europa, con anche grandi successi, ma ci rendevamo conto che la gente nella prima mezzora non capiva. Anticipare troppo non è per forza un merito, a volte può essere un demerito. Non a caso ho voluto riproporlo. In qualche modo lo possiamo considerare un reperto di archeologia industriale.
Dall'archeologia industriale alle macerie della discografia di oggi. Come la vede lei? È il bombardamento di Dresda. Negli ultimi due o tre anni la situazione è veramente diventata tragica. Con i miei trent'anni di carriera e lo zoccolo duro di fan che ho potrei dire al limite che non me ne importa, ma se non c'è futuro significa che non c'è stato passato e non c'è presente. La vedo in una maniera storica.
Qualche mese fa è uscito un libro la cui tesi era che la musica è morta. È d'accordo?Completamente. Ma penso che sia così da molto tempo. Io partirei dal famoso accordo del 'Tristano' di Wagner il cui significato che ciò a cui siamo abituati è già finito. L'invenzione della tonalità, del Do maggiore, è stato il grande sviluppo la meraviglia della musica occidentale e al tempo stesso la sua fine. Tutto è già stato scritto.
Ma quindi il futuro è un buco nero?Non è detto. Magari è nato un altro Wagner e noi non lo sappiamo. In questo momento ci sono musicisti come me, Sting e anche altri, che vanno a vedere cosa è successo prima. Quando non c'era la crisi nella musica occidentale. E lo rivisitano.
Massimo LongoniPER INFORMAZIONI
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