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| | E' USCITO IL NUOVISSIMO ISPIRATISSIMO ALBUM DI VINICIO: MARINAI, PROFETI E BALENE
Solo in mezzo al mare, lontano dalle regole umane della terraferma, gli uomini possono comprendere meglio il senso della propria esistenza e del proprio destino.
Il viaggio verso l’ignoto, tra i flutti e le onde, come metafora del percorso di ogni uomo verso il proprio destino; un viaggio che è meglio affrontare da soli perché “il viaggiatore che arriva più lontano è quello in solitaria, e questo disco è la celebrazione di questa missione”.
Saldo al timone della nave c’è Vinicio Capossela, che celebra i vent’anni di carriera con “Marinai, profeti e balene”, un disco che lui definisce “antropologico”; un album doppio che si snoda in 19 capitoli che vanno ascoltati, o meglio letti, come se fosse un romanzo.
La balena come la potenza della creazione, come il limite posto all’umano dalle “creature più forti di noi”; i profeti come gli enigmi, le domande della vita, la fragilità umana simboleggiata dal dubbio; i marinai come l’anelito di scoperta che sta in ognuno di noi, la necessità di conoscere e i rischi connessi, perché “la conoscenza è separazione, limite tra il noi che eravamo e il noi che saremo”.
Quello che negli anni ’70 sarebbe stato sicuramente un concept album, è un esperimento letterario-musicale che attinge da alcune celebri penne della letteratura di mare (Melville, Conrad, Salgari), e che brano dopo brano rivela la definita maturità artistica di Vinicio Capossela. “In un momento difficile come questo – spiega Capossela – ho sentito il bisogno di confrontarmi con temi grandi, di studiare, perché siamo noi i primi a dover preoccuparci della nostra cultura e a inocularla nel Paese, se dall’alto non vengono stimoli in questo senso”.
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