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Nel breve arco di quattro dischi, i Massimo Volume hanno marchiato a fuoco il rock alternativo italiano. La loro peculiarità, rispetto agli altri campioni del "made in Italy" anni 90, è una narrazione tout court, cruda e diretta, che affida a brevi tratteggi la definizione di una vita. Storia di un'avventura in bilico tra (post)rock e letteratura.
Era il 1991, al tempo provavamo in cantina con un'attrezzatura infame, avevamo solo due vecchi amplificatori, così per poter sentire il suono dicevamo in continuazione: Massimo volume, alza al massimo volume".
In quella cantina, a Bologna, si trovavano a provare Emidio Clementi, Vittoria Burattini, Umberto Palazzo, Gabriele Ceci. Una compagnia composta da un transfuga da San Benedetto del Tronto, girovago inquieto, con l'ossessione della scrittura (Clementi), un rocker che si era fatto le ossa in un precedente progetto, gli Allison Run (Umberto Palazzo), una batterista donna che all'occorrenza canta (la Burattini), e un chitarrista di buon livello (Gabriele Ceci). La carriera dei Massimo Volume evidenzia come il gruppo sia riuscito, nel breve arco di quattro dischi, a imporre un suo discorso personale in virtù di una felicissima fusione di svariati talenti, saldata da una perseveranza e una chiarezza di obiettivi che ha permesso loro di creare dischi autenticamente innovativi ed espressivi. Quel che più colpisce, nel riascoltare a posteriori il lascito musicale del gruppo, è il grande coraggio, la totale estraneità a una scena musicale come quella emersa in quel triennio famoso, già di per sé autonoma e slegata da considerazioni troppo commerciali, e la forte personalità.
(da ondarock)
D I S C O G R A F I A :
1993 - Stanze 1995 - Lungo i bordi 1997 - Da qui 1999 - Club Privé 2009 - Bologna Nov. 2008
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